Il rinnovo del CCNL per grafici e editoriali
Il contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) per il settore Grafici ed Editoriali si rinnova ogni tre anni ed è sottoscritto, per i datori di lavoro, da Assografici, Associazione Italiana Editori e ANES (Associazione Nazionale Editoria Specializzata); mentre per i lavoratori, dai tre sindacati di categoria: SLC-CGIL (Sindacato Lavoratori della Comunicazione), FISTEL-CISL (lavoratori carta, stampa, editoria, televisione, cinema, audiovisivo, musica, teatro e telecomunicazioni) e UILCOM (Uil Comunicazione).
Il CCNL è scaduto all’inizio del 2013 ma la parte datoriale si è fatta attendere, e il primo incontro in vista del rinnovo si è avuto solo il 6 marzo 2014. In quella sede le parti sindacali hanno presentato un’ipotesi di piattaforma, a cui i datori di lavoro hanno risposto in questo modo. La trattativa è quindi proseguita il 9 aprile anche con la partecipazione di Strade (che ha da tempo stabilito un protocollo d’intesa con SLC-CGIL); ma a causa dell’opposizione della parte datoriale al recupero contrattuale dell’inflazione, la primavera e l’estate sono trascorse senza che si potesse trovare un accordo e nel permanere dello stato di agitazione, come da comunicato sindacale del 17 luglio scorso. E solo adesso, giunti quasi alla fine di settembre, i negoziati sono ripresi.
Perché ci riguarda, tutto questo?
AmazonCrossing e i traduttori europei
(English-language readers: please see at the end.)
La tarda estate del 2014 ha visto una nuova fiammata nel dibattito che circonda le politiche aziendali di Amazon.com, il gigante del commercio on-line di libri (oggi tra molte altre cose) che si è via via trasformato in distributore di opere auto-pubblicate e, con alterne fortune, in editore. Non entreremo qui nel merito della polemica tra sostenitori e detrattori della società di Jeff Bezos nel suo complesso; tuttavia come Strade ci piacerebbe cogliere l’occasione per riassumere a beneficio dei nostri soci e simpatizzanti quel che sta succedendo in Europa da quando AmazonPublishing, come ogni editore che si rispetti, ha cominciato a pensare alla pubblicazione di traduzioni.
STradE aderisce all’iniziativa “500 no al MiBACt”
Con un bando del 6 dicembre 2013, consultabile qui con i suoi allegati, il Ministero dei beni e delle attività culturali e turistiche (MiBACT) ha lanciato un programma di formazione di 12 mesi denominato “500 Giovani per la cultura”: i destinatari della selezione sono 500 laureati sotto i 35 anni di età che dovranno inventariare e digitalizzare il patrimonio culturale italiano presso gli istituti e i luoghi di cultura statali.
Se l’idea di base è condivisibile, il bando adotta però criteri che scontentano tutti, col risultato di escludere da una parte un’intera generazione esistente di professionisti 40- e 50enni, e di mortificare dall’altra quelli che vorrebbe inserire – i laureati under 35 con votazione minima di 100/110 e certificazione di inglese almeno livello B2 – cioè i giovani che il bando si propone di formare. Una volta superata la selezione, infatti, il trattamento prevede un’indennità economica di 5.000 (cinquemila) euro lordi annui per 600 ore complessive.
Ma sono già centinaia di migliaia i giovani e i meno giovani, sotto e sopra i 35 anni, iper-formati, in possesso di laurea, specializzazione, dottorati e master, ma precari o disoccupati, in attesa che il MiBACT affronti la riorganizzazione e pianificazione a lunga scadenza che potrebbe trasformarli in lavoratori regolarmente assunti: laddove rispetto a questo bando è ragionevole ipotizzare che, terminato il “tirocinio”, molti di loro torneranno a casa, con la sola speranza di essere tra i fortunati che, il ministro ha ventilato, saranno stabilizzati ope legis, cioè senza concorso.
Per rivendicare buona occupazione e rispetto per i professionisti della cultura italiana, STradE aderisce alla richiesta generale di immediato ritiro del bando, e chiede a tutti i colleghi, alle organizzazioni, alle associazioni e ai comitati di categoria di aderire alla manifestazione dei Professionisti dei Beni Culturali l’11 gennaio 2014. Vi invitiamo a leggere l’appello allegato e ad adoperarvi per la massima diffusione e partecipazione.
Qui i link al sito web dell’iniziativa e alle pagine Facebook e questo l’indirizzo e-mail per aderire personalmente: 500no@archeologi.org .
[Post aggiornato rispetto alla prima pubblicazione, alla luce delle modifiche ministeriali al bando.]