Appello Strade-Serianni sulle norme redazionali
Roma, 30 settembre 2021
Strade e Luca Serianni, professore emerito di Storia della lingua italiana, si rivolgono alle case editrici chiedendo una riforma condivisa delle norme redazionali.
Nel pieno rispetto delle identità dei singoli marchi, alcuni accorgimenti sarebbero preziosi per agevolare l’esperienza della lettura, e non solo: una maggiore linearità e coerenza nelle convenzioni ortografiche e redazionali adottate dall’editoria di lingua italiana andrebbe a tutto vantaggio di chi legge e di chi scrive, di chi traduce e di chi revisiona, di chi impara e di chi insegna. Le numerose differenze nei criteri adottati dalle case editrici rischiano infatti di creare confusione là dove ci sarebbe bisogno di uniformità, fermo restando l’obiettivo comune di continuare a offrire testi che siano «il più possibile chiari, completi, accurati e facili da consultare» (Roberto Lesina, Il nuovo manuale di stile, Zanichelli, Bologna 2009, p. 14).
Professionalità o presunta affinità?
Roma, 15 aprile 2021
A proposito della polemica sulle traduzioni europee di The Hill We Climb, di Amanda Gorman, va sottolineato che già da tempo si rileva una crescente spinta ad assegnare traduzioni di libri stranieri secondo criteri estranei alla traduzione: la visibilità e la spendibilità commerciale e mediatica del nome del traduttore, o l’affinità di vissuto e di appartenenza identitaria con l’autore, diventano pericolosamente preferibili rispetto alla competenza e alla professionalità. Il recente dibattito emerso in proposito muoveva, almeno in parte, dalla denuncia di questo problema, ma alcune delle istanze avanzate a monte della controversia hanno preso direzioni impreviste e incontrollate.
Strade afferma con decisione che la traduzione non ha colore né genere.
Nel commissionare la traduzione di un testo devono sempre restare in primo piano l’esperienza, la professionalità e la competenza del traduttore. Analogamente, far affiancare il traduttore da figure intermedie prive di competenze traduttive fa sì che, in nome di una malintesa correttezza politica, si producano pratiche anche vessatorie di sorveglianza sul suo lavoro. Traduttore e autore stesso, così, vengono posti ai margini del processo di traduzione, con gravi rischi per la trasmissione dei testi e delle idee a livello internazionale.
È indubbio che la filiera dell’editoria debba accogliere sempre più professionisti italiani discendenti da persone nate altrove, senza per questo impiegarli soltanto nel lavoro su opere attinenti alla loro esperienza o identità. Al di là delle polemiche passeggere, Strade auspica con forza che i criteri guida nella scelta di una traduttrice o di un traduttore siano sempre quelli di capacità e adeguatezza, e che la dignità della traduzione sia messa al riparo da istanze umorali e da frettolose soluzioni di facciata.
Il comunicato in pdf.
Direttiva UE sul diritto d’autore: esiti del sondaggio CEATL
Il gruppo di lavoro sul diritto d’autore del CEATL (di cui fa parte la nostra Elisa Comito) ha pubblicato i risultati di un’inchiesta lampo, svolta a dicembre tra le associazioni membro, sull’attuazione della Direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale dell’Unione europea. La messa in atto della Direttiva, prevista per giugno 2021, segnerà un momento cruciale per tutti coloro che lavorano in regime di diritto d’autore. Strade seguirà da vicino la procedura, vigilando sulle sue conseguenze e impegnandosi in prima linea per evitare l’insorgenza di cattive pratiche.
Qui la notizia in inglese e qui la sintesi in pdf (10 pagine) che illustra i risultati del sondaggio.