nuovo statuto siae: è già ricorso
Arci, l’associazione delle etichette discografiche Audiocoop e Acep, associazione degli autori, compositori e piccoli editori, l’11 gennaio hanno presentato un ricorso al TAR del Lazio chiedendo di accertare e dichiarare l’illegittimità del nuovo statuto della Siae.
Il nuovo statuto scritto dai commissari che gestiscono attualmente la Siae è stato approvato dal Governo il 9 novembre 2012 e prevede la sostanziale trasformazione della società in una SpA. Infatti in assemblea «ogni associato ha diritto ad almeno un voto e poi un voto per ogni euro di diritti di autore percepiti nella predetta qualità di associato». Un grande editore o un famoso autore voterà con un peso enormemente più elevato degli altri associati meno fortunati. Sarà così quasi impossibile contrastare scelte prese da pochi e danarosi soci.
Ai giudici amministrativi i ricorrenti hanno anche chiesto di sospendere in via cautelare l’efficacia dello Statuto, al fine di scongiurare il rischio che le prossime elezioni del Consiglio di Sorveglianza fissate per il 1° marzo si svolgano secondo le nuove regole, consegnando la Siae in mano ai soli associati più ricchi.
La Società Italiana degli Autori ed Editori, che nel nostro Paese ha il compito principale di tutelare il diritto d’autore e raccogliere e ridistribuire i proventi che ne derivano, è in crisi da molto tempo. Scelte gestionali molto discutibili e una sostanziale incapacità di innovazione ne fanno una delle società di collecting meno efficienti in Europa e nel mondo. La Siae è un «ente pubblico economico a base associativa». Ha quindi una rilevanza pubblica sia per il suo mandato che per il suo ruolo diretto ed indiretto di regolatore del vasto ambito di distribuzione e produzione di opere e contenuti. L’attività di prelievo della Siae dei proventi del diritto d’autore e di altri compensi per i quali ha il mandato di riscossione ha anche un effetto importante sulla sostenibilità di molte attività culturali e non. Inoltre, proprio per il suo ruolo redistributivo, dovrebbe avere anche la funzione importantissima di sostegno al mondo dei creativi. Per questi motivi non è indifferente come l’ente sarà governato nei prossimi anni per il futuro sviluppo di molti settori economici del Paese.
Fonte: Arci
Sull’argomento, si veda anche l’articolo dell’avv. Guido Scorza, il Fatto, 8 gennaio 2013.