Intelligenza artificiale e traduzione editoriale: ci vuole trasparenza
L’uso dell’intelligenza artificiale (IA) avrà un impatto anche sul lavoro di svariate categorie di autori, inclusi i traduttori editoriali. Per questo Strade aderisce al documento delle associazioni francesi di traduttori ATLF e ATLAS e lo propone nella traduzione italiana curata da Lia Bruna (Strade) e rivista da Francesca Novajra (Aiti): Intelligenza artificiale (IA) e traduzione editoriale: le traduttrici e i traduttori esigono trasparenza
Per Strade è fondamentale mettersi in rete con le altre associazioni autoriali, europee e italiane, per chiedere trasparenza e regolamentazione nell’uso di questa tecnologia nei processi di produzione culturale, in particolare per quanto riguarda il lavoro di chi opera in regime di diritto d’autore. Va in questa direzione anche la partecipazione alla task-force sul tema costituita durante l’ultima assemblea generale del CEATL (Consiglio europeo delle associazioni di traduttori letterari), che si è svolta a Lubiana maggio.
I recenti sviluppi dell’intelligenza artificiale (IA), infatti, – in particolare l’accesso diffuso a strumenti di conversazione simulata e generatori di immagini che fino a poco fa erano appannaggio di pochi ricercatori – hanno reso evidente l’impatto che le tecnologie di machine learning possono avere, e da tempo già hanno, sui processi di produzione culturale, anche sulle mansioni di chi opera in regime di diritto d’autore.
La traduzione è storicamente al cuore della ricerca computazionale sull’elaborazione testuale, e se da un lato gli strumenti di traduzione assistita (CAT tools) hanno trasformato completamente il lavoro dei traduttori tecnici, dall’altro è innegabile che il facile accesso a software di impaginazione sia tra i fattori che, insieme alle riforme sul diritto del lavoro, hanno permesso, a un’imprenditoria attenta soprattutto a contenere i costi, la progressiva esternalizzazione, precarizzazione e frammentazione di tutte le mansioni intellettuali della filiera editoriale.
Negli Stati Uniti, oltre alle mobilitazioni di sceneggiatori e registi tuttora in sciopero, sono in corso le prime cause legali contro piattaforme e aziende di IA. Da questa parte dell’oceano, associazioni e sindacati di autori della filiera editoriale stanno via via prendendo posizione pubblica: a livello europeo, questo è il caso del manifesto EGAIR (che interessa soprattutto gli illustratori), del comunicato dello EWC (European Writers Council) e del progetto Kollektive Intelligenz, cui collaborano anche colleghi del VdÜ.