Mutua Sandri: otto anni visionari
La mutua Elisabetta Sandri è uno dei pilastri dell’offerta di Strade ai propri iscritti. Nel 2019 la convenzione con Insieme Salute compie otto anni. Ideata agli albori di Strade sindacato autonomo e ora integrata nel pacchetto di convenzioni di Strade-Slc e StradeLab, la mutua Sandri resta un esempio virtuoso di welfare a portata dei cosiddetti lavoratori atipici quali sono i traduttori operanti in regime di diritto d’autore. Abbiamo chiesto alla nostra Elena Doria una testimonianza sui primi passi di questa avventura mutualistica.
È il 1° novembre 2011, quando Strade stipula la sua convenzione di tutela sanitaria su misura per traduttori con la società milanese di mutuo soccorso Insieme Salute, dedicando l’accordo a una collega scomparsa prematuramente: Elisabetta Sandri, che pur colpita da una malattia gravissima si era spesa fino all’ultimo per i diritti di tutte le lavoratrici e i lavoratori indipendenti. Da allora la parola mutualismo è tornata alla ribalta come pratica o rivendicazione di molti soggetti del mondo del lavoro, rientrando nei programmi di organizzazioni politiche e sindacali, di associazioni di professionisti con partita Iva e di lavoratori autonomi a vario titolo.
Il giornalista Roberto Ciccarelli definì a suo tempo l’iniziativa di Strade «un esperimento visionario». L’intento visionario di Strade era quello di riunire il mondo frammentato dei lavoratori indipendenti in una cornice accogliente e inclusiva. E il primo obiettivo di chi allora tanto si prodigò affinché la convenzione prendesse vita, con un congruo numero di aderenti iniziali, fu quello di creare una rete di lavoratori che avevano in comune una mancanza, un vuoto di diritto: erano tutti privi di assistenza specifica e sostegno al reddito in caso di malattia, infortunio o maternità.
Lo scopo immediato si centrò e resiste ancora oggi: offrire un aiuto concreto, che riempia almeno una parte della carenza in cui può trovarsi chi per motivi di salute non può più svolgere l’attività lavorativa. Questo insieme all’obiettivo di lungo termine, che resta la creazione di un soggetto sociale autorganizzato, diffuso, solidale ma soprattutto capace di interloquire con il legislatore e la parte datoriale, rimediando al vuoto di diritto che penalizza le lavoratrici e i lavoratori indipendenti.
Da otto anni le iscritte e gli iscritti a Strade possono dunque aderire all’accordo e usufruire così delle tutele previste dal regolamento della «Mutua Sandri», che fornisce una serie di erogazioni come per esempio un assegno di gravidanza (doppio per quelle a rischio); il rimborso parziale o totale dei ticket o delle somme pagate per prestazioni del servizio sanitario nazionale o di strutture convenzionate; e un sostegno finanziario in caso di perdita dell’autosufficienza o di malattia di un parente. Il tutto a condizioni non solo economicamente accessibili, ma anche migliorate nel corso del tempo, come dimostra l’estensione a 70 anni dell’età massima per aderire.
Nata come un esperimento visionario, la mutua Elisabetta Sandri è ora prassi consolidata. Succede solo alle visioni migliori.
Elena Doria