12.12.14 Mobilitazione nazionale per il lavoro: STradE con i lavoratori della Carocci
12 DICEMBRE 2014, Giornata di mobilitazione nazionale per il lavoro: Strade sostiene i lavoratori della Carocci editore contro il piano industriale della proprietà.
Siamo traduttori editoriali, siamo lavoratori autonomi, per noi lo sciopero è una questione privata: se anche ci astenessimo dal lavoro, nessuno se ne accorgerebbe. Ma siamo vicini a tutti i lavoratori e le lavoratrici dell’editoria che lottano ormai da tempo contro la progressiva sottrazione di tutele, contro le esternalizzazioni senza contropartita, contro lo svuotamento di senso della loro opera e competenza: e adesso anche contro la prospettiva di perdere, molto semplicemente, il posto di lavoro e lo stipendio con il quale mantengono sé stessi e le proprie famiglie. Come sta succedendo ai lavoratori della Carocci, casa editrice romana che da quasi 35 anni è sinonimo di saggistica – e non solo – di qualità, curata nel contenuto e nella forma.
Ieri 11 dicembre, a Roma, l’assemblea dei lavoratori della Carocci editore, affiancata da Slc-Cgil Roma e Lazio, ha diramato un comunicato in cui denuncia il piano industriale voluto dalla proprietà, piano che prevede il licenziamento di 17 dipendenti su 32. Stiamo parlando di dipendenti a tempo indeterminato, alcuni dei quali hanno oltre cinquant’anni d’età e prestano la loro opera all’editore Carocci fin dai suoi esordi; inoltre, stiamo parlando di tutti i lavoratori dell’area redazionale, cioè quelli che si occupano di quel contenuto, e di quella forma, che ha conferito alle edizioni Carocci la fama di cui hanno giustamente goduto fin qui. Dove andranno questi dipendenti, se il piano della società sarà messo in atto senz’altro? In cassa integrazione, poi in mobilità, e poi… non si sa. Nessuna discussione, nessuna alternativa.
«Il 10 dicembre presso la sede romana di Unindustria» dice il comunicato «di fronte alle RSU della Carocci editore, il presidente del Consiglio di amministrazione dell’azienda Giovanni Belluzzi insieme a Giuliano Bassani, amministratore delegato della Carocci editore e della Società editrice il Mulino, ha presentato un piano industriale che prevede una imminente e drastica riduzione del personale: 17 su 32 dipendenti.»
Oltre la metà dei lavoratori attualmente strutturati: e, ribadiamo noi, proprio quelli che materialmente contribuiscono alla qualità delle pubblicazioni con il marchio Carocci. Prosegue il comunicato: «Gli stessi dirigenti hanno presentato pochi giorni fa al Mulino un piano di ristrutturazione che, invece, non prevede alcun licenziamento. Il gruppo Edifin, proprietario di entrambe le case editrici, salva il Mulino e smantella Carocci.»
Ma il piano per il Mulino, aggiungiamo noi, implicherebbe un “travaso” di lavoratori tra una sigla editoriale e l’altra: questo perché il marchio Carocci ha un valore di mercato non trascurabile nel settore, e quindi non può essere abbandonato. È però possibile, è accettabile, che a fare le spese della ristrutturazione interna siano proprio i lavoratori che con la loro opera hanno costruito quell’autorevolezza, quel valore che si vorrebbe salvaguardare? Com’è giusto, e finché possono esercitare questo diritto, «i lavoratori sono scesi immediatamente in sciopero e chiedono di revocare tali misure aprendo un tavolo di confronto.»
Strade lo chiede con loro e con SLC. Non si esce dalla crisi senza mettere la qualità al primo posto: ma “la qualità” non è un’astrazione, è il frutto del lavoro fisico ed intellettuale di persone competenti e preparate. E quel lavoro non può produrre risultati di qualità nella paura e nell’incertezza.
Strade – Sindacato Traduttori Editoriali
Segreteria Generale
Squadra Comunicazione
Roma, 12 dicembre 2014